La lunga storia del teatro inizia nel 1814, quando un gruppo di notabili cefaludesi, decidono di richiedere all’autorità comunale la concessione di un area per l’edificazione di quella che sarà la sua prima elevazione, ottenendo, nel 1816, un terreno appena fuori le mura ovest della Città. Passa appena un biennio e il teatro, a forma di Ferro di Cavallo, tipica tipologia del teatro all’Italiana viene completato a cura dell’architetto Antonio Caruso.
Nel 1847, probabilmente per difficoltà nella gestione, il teatro viene ceduto all’Amministrazione Comunale. Nel 1869 viene realizzato un nuovo ingresso da Via Spinuzza, che coinvolge le strutture architettoniche del Convento di San Nicola di Bari, dei Frati Minori Osservanti, fondato dal vescovo Francesco Gonzaga nel Dicembre del 1558, delle quali ancora si può vedere traccia, peraltro inglobata e valorizzata nel tessuto della struttura, poco oltre la fine della scalinata che conduce alla cavea.
L’architetto Emanuele Labiso, incaricato del progetto di ampliamento, sopreleva l’edificio di m 2,55 realizzando un piccolo loggione, conosciuto in siciliano con il nome di “Lubione”, destinato ad accogliere i fruitori provenienti dalle classi meno abbienti.
Per le decorazioni viene incaricato il pittore Rosario Spagnolo , il quale realizza l’ovale del soffitto, raffigurante l’allegoria delle arti, con le muse della commedia “Talia” il cui nome deriva dal greco “thallein”, fiorire, della danza “Tersicore” e della musica “Euterpe”.
La trasformazione da teatro a cinema avviene a fronte delle sopravvenute esigenze sociali, l’avvento della settima arte in tutta l’Europa dei primi del novecento non da scampo alle piccole strutture di provincia, che devono per forza di cose cambiare ed adeguarsi per sopravvivere.
La seconda guerra mondiale lo vede quartier generale delle truppe tedesche, luogo dove risiedono la maggior parte delle funzioni di comando. Nell’immediato dopoguerra inizia la sua ristrutturazione per le nuove esigenze della cinematografia moderna.
I necessari lavori di consolidamento della struttura iniziano nel 1975, allorché il teatro viene chiuso per il lungo restauro.
Nel 1982 si decise di intitolarlo al Maestro violinista cefaludese Salvatore Cicero, prematuramente scomparso, quale omaggio al suo valore artistico, primo violino di alcune delle orchestre sinfoniche più importanti degli anni sessanta nonché eccellente compositore.
A distanza di sei anni, con il regista Giuseppe Tornatore, il teatro diviene set cinematografico e gira il mondo con il film “Nuovo Cinema Paradiso”, premiato con la famosa statuetta. Da quella data si arriva alla consegna del teatro così come oggi possiamo vederlo, nuovo, al passo con i tempi, moderno, ma che nelle pieghe dei tendaggi porta sempre la voce, l’attesa, il sorriso e le lacrime di quanti hanno vissuto le pagine più importanti della loro vita seduti ad applaudire sulle poltroncine di legno della cavea e delle loggette di quello che fu, e nuovamente sarà, il teatro della gente di Cefalù.